Venerdì, 28 Ottobre 2011 19:58

Assisi, il Papa, le religioni e gli agnostici

Scritto da  Gerardo

"Dio non è una «proprietà» di chi crede". Così Benedetto XVI fra i trecento rappresentanti di varie religioni del mondo che ha invitato ad Assisi, venticinque anni dopo il primo incontro voluto da Wojtyla. Il che vorrebbe significare che gli agnostici hanno un ruolo importante contro il decadimento dell'uomo e dell'umanesimo.
Nel seguito, puoi leggere l'articolo di Gian Guido Vecchi, dalle pagine del Corriere dela Sera.


Il Papa elogia gli agnostici «Un aiuto per i credenti»
di Gian Guido Vecchi (“Corriere della Sera” del 28 ottobre 2011)

Dio non è una «proprietà» di chi crede. Benedetto XVI parla fra i trecento rappresentanti di varie religioni del mondo che ha invitato ad Assisi, venticinque anni dopo il primo incontro voluto da Wojtyla. «Mai più violenza! Mai più guerra! Mai più terrorismo!». L'impegno comune e l'esortazione finale, scandita dal Papa al crepuscolo nella piazza accanto alla Basilica, richiama il senso della «giornata di riflessione, dialogo e preghiera per la pace e la giustizia nel mondo». Eppure non è una riproposizione dell'86, l'incontro di ieri va oltre e allarga l'orizzonte all'intera umanità, fedeli e non credenti. Il rabbino americano David Rosen cita Isaia, «pace, pace ai lontani e ai vicini». E Benedetto XVI tesse l'elogio degli agnostici pensanti, di coloro che «cercano la verità» e con il loro esempio tolgono agli «atei combattivi» la loro «falsa certezza» ma insieme «chiamano in causa» gli stessi credenti: perché «non considerino Dio loro proprietà». Se le persone che cercano la verità «non trovano Dio», dipende «anche dai credenti» che hanno «una immagine ridotta o anche travisata di Dio».

Così gli agnostici hanno un ruolo importante contro il «decadimento dell'uomo e dell'umanesimo».
A Santa Maria degli Angeli, la mattina, si ritrovano tutti. Sono arrivati assieme in treno dalla stazione vaticana, cristiani delle diverse confessioni — ma mancano i copti egiziani — e indù, sikh e taoisti, tra gli altri c'è pure uno zoroastriano. E ci sono i musulmani, anche se la delegazione patisce defezioni: se l'assenza degli egiziani di Al Azhar era nota, mancano «per indisposizione» il principe giordano Ghazi, consigliere di re Abdallah II, e i rappresentanti dell'Arabia saudita «per la morte del principe ereditario».

Ma soprattutto, per la prima volta a un incontro interreligioso, ci sono quattro grandi intellettuali non credenti: filosofi come Julia Kristeva, Remo Bodei, Guillermo Hurtado, e l'economista Walter Baier. E qui sta la novità decisiva. Benedetto XVI parte dai «nuovi e spaventosi volti della violenza e della discordia» e ne individua «due tipologie». Da una parte il terrorismo e la religione «usata come giustificazione della violenza», anche quando «la violenza viene esercitata da difensori di una religione contro gli altri». Il che, scandisce, è «un travisamento» della religione e «contribuisce alla sua distruzione». Nella storia «anche in nome della fede cristiana», e facendone un «uso abusivo», si è «fatto ricorso alla violenza», aggiunge: «Lo riconosciamo, pieni di vergogna». Dall'altra parte c'è la violenza che è «conseguenza dell'assenza di Dio», dai totalitarismi e i lager del Novecento al nostro tempo: «L'adorazione di mammona, dell'avere e del potere, si rivela una contro-religione, in cui non conta più l'uomo, ma solo il vantaggio personale». Così, tra le violenze di segno opposto, gli agnostici «in ricerca» hanno un compito importante: «Il loro interrogarsi è anche un richiamo per i credenti a purificare la propria fede affinché Dio — il vero Dio — diventi accessibile». Il presidente Napolitano, in una lettera, spiega che nella ricerca della pace «le istituzioni» internazionali «trovano naturali e importanti alleati negli incontri interreligiosi, come quelli radicati nello spirito di Assisi». Come annunciato, non c'è stato un momento comune di preghiera. Eppure bisognava vederli, tutti quanti, quando alla fine — accompagnati dal custode del Sacro Convento, padre Giuseppe Piemontese — sono scesi nella cripta sotto la Basilica per rendere omaggio alla tomba di San Francesco.

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